Può essere definita una “lezione particolare” e si è svolta il 24 maggio 2018 presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma.
Si è trattato, di fatto, di un incontro tra esperti per riflettere sui diversi aspetti etici, giuridici, sociali, medici e deontologici legati alle vicende di pazienti con malattie inguaribili.
La riflessione si è concentrata sul concetto di “diritto di vita” di un minore affetto da una di queste patologie, dopo aver fatto riferimento ai recenti casi di Alfie Evans e Charlie Gard.
Mario Melazzini è intervenuto durante l’incontro, portando la sua testimonianza e sottolineando come troppo spesso i termini “inguaribile” e “incurabile” vengano erroneamente a coincidere. Mario Melazzini ha voluto porre l’attenzione su “tutte quelle persone che giornalmente testimoniano la quotidianità della vita con la malattia” e ai bambini “affetti da patologie simili a quelle del piccolo Alfie, senza terapie specifiche”.
Mario Melazzini le ha definite storie accomunate da “uno speciale ‘fil rouge’: la speranza.” Mario Melazzini ha commentato infatti che “la vita è una questione di sguardi e di speranza: ciò che oggi si pensa non essere possibile, domani chissà…”.
Il lavoro più importante da portare avanti ora è riconoscere la dignità dell’esistenza di ogni essere umano, nel totale rispetto dell’uguaglianza anche in caso di malattia e disabilità, per evitare che queste generino emarginazione e discriminazione all’interno della società.
Come sottolineato da Raffaele Calabrò, Rettore dell’Ateneo ospitante e per l’occasione anche moderatore dell’incontro, il seminario ha presentato i punti di vista di diversi esperti internazionali, partendo da un’ottica “eminentemente laica”.